Skip to main content
Adeguare i consumi proteici alle esigenze metaboliche

Adeguare i consumi proteici alle esigenze metaboliche

È in dubbio che nella nostra società ci sia un abuso del consumo proteico, responsabile dell’aumento dell’acidosi metabolica essa dovuta alla sintesi di acidi forti quali il solforico, nitrico e fosforico, ma anche dei succhi gastrici troppo acidi per cui dannosi per le pareti dello stomaco ed intestino.

Inoltre i cibi proteici in situazioni di disbiosi intestinale o di una piccola insufficienza epatica possono dare sintomi di intolleranza alimentare e anche gli antibiotici residui presenti nelle carni possono dare reazioni di ipersensibilità, alterazione della flora ed effetti tossici, mentre in caso di insufficienza renale le proteine possono logorare ancora di più i delicati filtri con la possibilità di creare della calcolosi in caso di diete iperproteiche.

Diete proteiche a basso contenuto calorico determinano poi una perdita di peso a scapito del tono muscolare e i tessuti possono risultare lassi.

Infine secondo alcuni antropologi noi ancora oggi riveliamo una struttura non atta a digerire un eccesso di proteine soprattutto come la carne, infatti l’alimentazione ha accompagnato l’evoluzione della specie nel tempo con lo sviluppo di un determinato equilibrio tra struttura dell’organismo e cibo prevalente.

Con tutto questo tuttavia non si ritiene sia necessaria un’abolizione completa delle proteine animali che possono invece far parte di diete equilibrate.

Attualmente si parla di fabbisogno giornaliero di 0,8 gr. Di proteine per Kg. di peso ideale di cui 1/3 di proteine animali, questo valore può variare in condizioni di stress, emorragia, chirurgia o malattia.

Le proteine hanno un ruolo essenzialmente plastico ovvero è un materiale costruttivo dei muscoli, sangue, pelle, enzimi, anticorpi, ed organi interni, e ogni giorno si ha una dispersione proteica, mentre il corpo non è in grado di farsi delle scorte di proteine.

L’organismo pertanto deve essere rifornito nella giusta quantità a intervalli regolari, mentre l’eccesso viene usato per produrre energia e grassi, aumentando le scorie metaboliche e quindi anche il lavoro per eliminarle insieme al consumo di sistemi tampone.

Secondo la medicina ortomolecolare è sufficiente il 6/7 % di proteine rispetto alle calorie totali che sono mediamente 30 Gr. al giorno, in quanto il corpo ricicla il 70% dei residui proteici.

Tuttavia si ritiene che il reale valore sa da adeguare allo specifico metabolismo ossidativo.

Ad esempio secondo la dieta dei gruppi sanguigni esiste una memoria genetica legata al cibo che giustificherebbe un fabbisogno proteico maggiore ad esempio per il gruppo sanguigno O, derivato principalmente dalle proteine animali.

Queste sono statistiche generiche ma è in dubbio che bisogna considerare il metabolismo della persona in quanto, come più volte asserito, la bontà o meno di un alimento dipende da come l’organismo lo gestisce e riesce effettivamente a ricavare nutrimento da questo e a smaltirlo.

Inoltre chi è abituato ad un consumo abbondante di proteine animali in tenera età ha più difficoltà nel passaggio.

Una dieta completamente vegetariana non è infatti adatta a tutti e può creare a chi non è abituato anche problemi di forte fermentazione e putrefazione intestinale per la presenza di fibre di difficile digestione che creano anche in questo caso scorie metaboliche, un regime alimentare che a secondo della persona.

Non dobbiamo dimenticarci che in caso di apporto nutritivo non corretto c’è il rischio di creare carenze altrettanto dannose rallentando e bloccando cicli metabolici.

Infine all’inizio della dieta la quota proteica deve comunque essere diminuita molto lentamente perché l’adattamento da un livello più elevato di consumo proteico ad uno più basso comporta una fase in cui l’organismo perde proteine con deperimento della massa magra.

Riteniamo per tanto che siano proponibili porzioni da 60/100 Gr. di carne oppure 90/150 Gr. di pesce, che sufficientemente bilanciate con verdure creino un giusto equilibrio.

La verdura cruda soprattutto all’inizio del pasto fornisce le basi tampone, vitamine, enzimi attivi, minerali organici e fibra che rendono più veloce il transito intestinale e diluiscono i residui tossici digestivi.

Alcuni tipi di frutta inoltre se consumati 3/4 ore dopo il pasto favoriscono l’eliminazione di cibi concentrati, in particolare mele, pompelmi, ananas e papaya che contengono enzimi proteolitici.

In associazione si possono utilizzare uova, semi, legumi che andranno comunque bilanciati in quanto creano anch’essi residui acidi in virtù della loro quota proteica.

Non dimentichiamoci che in ogni caso la cottura altera la delicata struttura aminoacida.

Per quanto riguarda le combinazioni alimentari, è preferibile non consumare diversi tipi di proteine in un unico pasto in quanto richiedono PH ed enzimi diversi per la loro digestione, mentre la presenza di grassi ritarda la secrezione di acido cloridrico.