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La simbiosi dei movimenti del rachide assieme a quelli del piede

La simbiosi dei movimenti del rachide assieme a quelli del piede

La conformazione del rachide presenta diverse articolazioni per il rapporto tra i vari segmenti ossei e per il movimento dell’intera struttura che è unita da determinati legamenti e messa in movimento da specifici muscoli.

I suoi movimenti avvengono in ogni piano dello spazio con ampiezza diversa, coi suoi spostamenti influenzano anche i movimenti del torace, delle appendici e del capo.

Andiamo ad analizzare i movimenti semplici:

  • Piano frontale o coronale, flessione laterale a destra e a sinistra.
  • Piano sagittale, flessione anteriore e posteriore.
  • Piano trasverso, torsione a destra e a sinistra.

Questi movimenti semplici possono combinarsi tra loro dando origine a movimenti complessi e articolati.

Inoltre l’ampiezza articolare è l’influenza dell’allenamento costante, se è in allungamento e dinamicità il rachide ha un aumento della mobilità articolare, se invece è in potenza subisce una diminuzione dell’escursione articolare, la sedentarietà diminuisce la sua mobilità e può acquisire cattive posture, infine anche le forme artrosiche diminuiscono l’ampiezza articolare.

IL PIEDE

Il piede è la struttura che sopporta l’intero peso corporeo, il suo corretto o inadeguato appoggio si ripercuote su tutta la struttura muscolo legamentosa modificando i rapporti tra i vari segmenti corporei dall’intero organismo che possono essere dismetrie false degli arti inferiori, scoliosi ecc.

Anatomicamente il piede presenta una struttura complessa e articolata che ne caratterizza le sue funzioni, di spinta nella deambulazione, resistente al carico e flessibile ai diversi tipi di terreni.

I piedi ci danno molti segnali sulla salute dell’individuo, ad esempio avere i piedi freddi è un preciso sintomo di cattiva circolazione sanguigna, quando il piede è particolarmente sensibile stando in stazione eretta si dice che c’è un cattivo funzionamento dei reni e della vescica, mentre la medicina tradizionale cinese sostiene i reni contengono l’energia vitale di un individuo, energia che acquisisce durante la sua evoluzione intrauterina.

Inoltre per la riflessologia plantare nelle piante dei piedi è presente la proiezione di tutto l’organismo agendo su punti ben determinati si va ad identificare l’organo dolente e successivamente a portare un beneficio all’organo corrispondente alla zona trattata.

LA VOLTA PLANTARE.

Secondo la teoria di Farabeuf il piede appoggia al suolo con tre pilastri ossei di sostegno rappresentati da:

  • Posteriormente: tuberosità del calcagno.
  • Anteriormente medialmente: 1° metatarso.
  • Anteriormente lateralmente 5° metatarso.

I tre punti di appoggio sono riuniti da tre arcate ossee che costituiscono la volta plantare, capace di ammortizzare gli insulti meccanici durante la deambulazione che possono essere: salti, sobbalzi ecc.

  • Arco interno: dal tallone al 1° metatarso.
  • Arco esterno: dal tallone al 5° metatarso.
  • Arco trasverso o anteriore: dal 1° al 5° metatarso.

Questi archi sono mantenuti tali dall’apparato capsulo-legamentoso, che si oppone alle forze di distensione sul piede, e quando la distensione è eccessiva intervengono i muscoli intrinseci ed estrinseci del piede.

I muscoli che mantengono la volta plantare sono:

Muscoli intrinseci o anche plantari brevi:

  • Flessore breve delle dita:
  • Flessore breve dell’alluce
  • Abduttore dell’alluce
  • Flessore breve del 5° dito
  • Abduttore del 5° dito

Le inserzioni di questi muscoli sono situate alle due estremità delle arcate plantari, con la loro contrazione mantengono o diminuiscono il raggio di curvatura delle arcate plantari.

Muscoli estrinseci:

  • Tibiale anteriore
  • Tibiale posteriore
  • Peroneo lungo 

I Movimenti del piede.

Il piede grazie al gran numero di ossa che lo compongono e altrettante articolazioni che le congiungono può fare movimenti semplici e complessi:

  • Flessione plantare
  • Flessione dorsale
  • Abduzione 
  • Adduzione
  • Supinazione
  • Eversione
  • Inversione.

La conclusione è relativamente identica ai movimenti del rachide in base a come appoggiamo il nostro piede viene svolto tutto in maniera sincrona e la maggior parte dei meccanismi di sintomatologia del nostro rachide troverà quasi sempre risposta nel movimento del nostro piede.