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La calcolosi biliare

La calcolosi biliare

La calcolosi Biliare colpisce il 10% della popolazione con rapporto femmine/maschi 2:1, ad età superiori ai 65 anni riguarda il 30 % delle donne e il 20% degli uomini. 

La presenza di calcoli è in relazione all’obesità, al rapido calo di peso e all’assunzione estrogeni ed estroprogestinici, oltre all’iperestrogenismo.

E’ legata a diete povere di fibre e con alto contenuto di grassi, legata a diabete che alza i trigliceridi e a calo della melatonina che abbassa il colesterolo, infine è correlata anche a sedentarietà a farmaci come clofibrato, inibitori di pompa protonica e ceftriaxone.

Tipi di calcoli, sono di tre tipi: 

Di colesterolo puro 10% dei casi in occidente; 

Di bilirubina pura 15 % (sono pigmentati neri o bruni), 

Misti nel 75% dei casi

Fisiopatogenesi dei calcoli: Il colesterolo è insolubile in acqua, ma è tenuto in sospensione dai fosfolipidi, la precipitazione dei cristalli di colesterolo è dovuta a tre fattori:

Sovrasaturazione di colesterolo dovuta alla iperproduzione di colesterolo (comune negli obesi).

Ridotta trasformazione del colesterolo in acidi biliari (per bassa attività dell’enzima colesterolo 7alfa idrossilasi) il trattamento con estrogeni o l’iperestrogenismo riduce la sintesi di acidi biliari.

Interruzione della circolazione entero-epatica che si ha col digiuno o di notte altera il rapporto colesterolo/fosfolipidi.

I calcoli di bilirubina: sono dovuti all’eccesso di bilirubina non coniugata, la cirrosi e le infezioni delle vie biliari. I calcoli misti sono fattori importanti l’equilibrio del calcio ionizzato e l’idrolisi del-la bilirubina coniugata. 

Esistono poi i casi di “Fango biliare” in cui si stratifica nella parte più bassa della colecisti un materiale denso ma con una certa fluidità che si muove cambiando posizione. 

Si forma con l’agglomerazione di cristalli di colesterolo nella bile con alto contenuto di muco e proteine, la precipitazione all’interno della cistifellea avviene per alterazione della forma vescicolare del colesterolo e delle interazioni proteico-lipidiche.

SINTOMI CALCOLOSI BILIARE

Può essere asintomatica ed esplodere poi con la colica o causare dei leggeri sintomi bilio-digestivi: colica biliare (sintomi tipico) dolore ipocondrio dx ed epigastrio, durata mezz’ora/ore, irradiato alla scapola e spalla dx, spesso accompagnata da vomito e/o sub-ittero.

SINTOMI BILIO-DIGESTIVI:

Per sospettare calcolosi: nausea e vomito, eruttazioni, flatulenza, dolore al respiro, feci chiare, cattiva digestione, senso di peso post-prandiale, alterazioni dell’alvo.

ESAME OBIETTIVO:

Segno di Murphy: dolore al punto cistico nella palpazione profonda, ecografia, TAC addome evidenza dei calcoli nella cistifellea

TERAPIA:

Il trattamento chirurgico dei calcoli biliari è ritenuto il gold standard, dovrebbe essere riservato a coloro che presentano coliche biliari ripetute, mentre la colecistectomia profilattica è raccomandata per gruppi specifici come quelli con malattia di falciforme e quelli sottoposti a trattamenti chirurgici con perdita di peso.

Trattamento medico della calcolosi biliare

L’acido Chenodesossicolico (Desoxil) e acido ursodesossicolico (Ursobil) sono usati per sciogliere i calcoli biliari, il primo può dare diarrea e livelli anomali di ALT, mentre il secondo no. 

L’acido Ursodesossicolico regola l’assorbimento intestinale del colesterolo, possiede una certa tossicità e non può essere somministrato per più di 24 mesi. 

La terapia è adatta solo per una minoranza di pazienti sintomatici con calcoli biliari di colesterolo, è esclusa in caso di colecistite acuta o calcoli nel canale biliare comune. 

I candidati al trattamento con sali biliari dovrebbero avere un canale cistico libero e calcoli di colesterolo non calcificati. 

Spesso I calcoli biliari si formano alla sospensione dei sali biliari orali.

COLECISTITE ACUTA O CRONICA

L’alterazione del deflusso della bile causata da calcoli incuneati nelle vie biliari, o da aumentata densità della bile (fango biliare) provoca stasi prolungata con irritazione delle pareti delle vie biliari e sviluppo di uno stato infiammatorio. 

L’infiammazione può essere dovuta ad autoimmunità o da farmaci che irritano le vie biliari. 

Si possono avere vari gradi, si va dall’infiammazione catarrale (muco-fibrinosa) alla siero purulenta per sovra infezione di batteri che aggravano la situazione, alla gangrenosa, fino alla perforante con rischio di peritonite.

SINTOMATOLOGIA: febbre, nausea, vomito, subittero, ittero, esistono forme asintomatiche o sub-cliniche.

ESAME OBIETTIVO: dolore palpazione ipocondrio dx.

DIAGNOSI: presenza di leucocitosi ed alterazione degli indicatori epatici (bilirubina, ALT, AST, GGT, fosfatasi alcalina), all’ecografia addominale: parete ispessita, con colecisti distesa, con calcoli, liquido pericolecistico. 

TERAPIA: Antibiotici, antidolorifici, intervento emergenza o in elezione; serve a prevenire le complicanze: ittero, colangite batteri Gram presenti nel tratto GE.