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La Kinesiologia Sistematica ed il bilanciamento Pilates- Cervello

La Kinesiologia Sistematica ed il bilanciamento Pilates-Cervello

Ciò che la Kinesiologia Sitematica è in grado di offrire, copre una vasta gamma di tipologie di trattamenti olistici, alternativi e sperimentali, che in molti operatori di medicina oggi (alcuni medici illustri inclusi), utilizzano per i propri trattamenti, o comunque per giungere attraverso la ricerca kinesiologica, alle cause dei problemi.

  • La Kinesiologia potrebbe addirittura essere impiegata all’interno dello sport, prendiamo ad esempio il famoso metodo di allenamento del Pilates.

La durata di questo esercizio è variabile da persona a persona in funzione della respirazione, della capacità di rilassamento e di concentrazione; non ultimo dal tempo a disposizione.

Più a lungo lo si pratica e meglio è, senza dimenticare che uno degli insegnamenti di Joseph Hubertus Pilates,  inventore della omonima metodologia ed in parallelo, di un modo diverso di allenamento fisico-mentale chiamato Contrología.

Questa tecnica riusciva a permettere alla mente di avere il pieno controllo ed ottenere la perfetta padronanza del movimento del corpo, questo accade anche nello Yoga ma in maniera diversificata.

Possiamo dire che l’accettazione di sé stessi è uno degli scopi di rilassamento, padronanza del corpo e dei propri muscoli.

Detto questo si capisce che se uno degli obbiettivi è liberarsi da tensioni e stress, il mezzo per farlo non è sempre arrivare alla conclusione di quanto descritto sopra, talvolta sarà infatti più benefico interrompere la pratica per lasciare il tempo a sé stessi di adattarsi al cambiamento e ricominciare in un secondo momento, realizzando così il lavoro di consapevolezza del proprio corpo e dei propri pensieri. 

Kinesiologia Sistematica e Pilates considerano di pari valore mente e corpo utilizzando reciprocamente l’uno per equilibrare l’altro, superando così il concetto che vuole vedere in esse entità distinte e separate.

Se si dovesse cercare una definizione più netta della Kinesiologia, si capirebbe come essa sia niente meno che un rivoluzionario metodo di indagine dei sintomi che un corpo umano rappresenta.

Tramite la correlazione tra: Kinesiologia-Pilates-mente, si può intuire come in questo pensiero verrà illustrato in che modo la mente ed il corpo dialoghino costantemente tra loro, ed inoltre, come prendere coscienza di questa fantastica unione in modo utile a migliorare la propria qualità di vita. 

Kinesiologia emozionale ed effetti fisici

La Kinesiologia è in grado di studiare anche gli effetti fisici immediati che susseguono ad un determinato stato emozionale.

La relazione tra le nostre emozioni e l’effetto che hanno sul nostro fisico, come i nostri pensieri possano influenzare in maniera così rapida e palese il nostro corpo senza alcun impulso consapevole, è un’esperienza che più o meno tutti abbiamo fatto. 

  • Basti pensare a quella volta in cui l’interrogazione a scuola ci colse impreparati:
    la nostra posizione seduta che diventa rannicchiata quasi a voler renderci invisibili dietro il banco, spuntare con la testa quel tanto che basta per scorgere l’aprirsi del registro di classe e seguire il dito inquisitore della professoressa, scorrere da cima a fondo l’elenco dei nomi tra i quali vorremmo scomparisse magicamente il nostro.
    Si ha presente la sensazione di vuoto allo stomaco che seguiva lo scandire del proprio cognome in queste situazioni?
    Se chiudo gli occhi ed immagino la scena posso sentire quella sensazione salire e scendere come una marea, tanto più l’attenzione della prof. si avvicini o allontani dall’altezza della pagina in cui avevo imparato essere indicato il mio nominativo. 

Si, studiare sarebbe stato più semplice e meno stressante, ma il punto comunque è un altro: affermare che le emozioni modificano il corpo in maniera indipendente dalla nostra volontà non è una nuova tendenza new-age, è prendere consapevolezza di un meccanismo antico quanto l’uomo che si attuerà in noi a prescindere che ci si creda o no. 

Il corpo segue la mente adattandosi ai nostri pensieri e grazie a questa unione siamo sopravvissuti e ci siamo evoluti.

L’esempio più classico è la reazione istintiva chiamata fight or flight, combatti o scappa.

  • Si immagini di trovarsi improvvisamente difronte a un’aggressione:
    in pochi attimi dobbiamo essere pronti a reagire per la nostra incolumità.
    Nel momento in cui nella mente si manifesta la paura di un pericolo imminente il corpo risponde in pochi attimi preparandosi ad una reazione fisica straordinaria, di un’intensità a volte impossibile da ottenere coscientemente, producendo adrenalina, accelerando il battito cardiaco, la respirazione, ossigenando i tessuti portando maggior sangue ai muscoli, accedendo a tutte le risorse necessarie per superare tale esperienza. 

E’ importante capire che questo connubio tra biologia ed emotività non esiste solo nei momenti di allerta, ma è presente anche in altri momenti dove corpo e mente viaggiano come due entità separate: come ad esempio nel dialogo e così tanti altri.

  • Se pensiamo al nostro piatto preferito la nostra bocca si prepara ad accoglierlo aumentando la salivazione e la produzione dei succhi gastrici con essa (circa il 20% di quelli che vengono normalmente prodotti durante un pasto)
  • Se pensiamo al sesso il nostro corpo si rinvigorisce irrorando maggiormente di sangue, aree che inviano messaggi più o meno espliciti al partner, ad esempio gli occhi diventano più languidi, le labbra più gonfie e rosse, le spalle si allargano e cosi via. 

In Kinesiologia la postura del corpo indica un vissuto emozionale

La postura, la coordinazione e in generale l’attività muscolare di un individuo, in Kinesiologia prende un senso come frutto del vissuto emozionale, dello stile di vita, della sua relazione con l’ambiente.

I muscoli hanno una struttura molto dinamica, che cambia in maniera continua.

Facendo molta attenzione si potrà notare che chi compie una notevole attività fisica ha una crescita importante del volume muscolare, se invece restiamo fermi il muscolo tenderà ad atrofizzarsi. 

Questo meccanismo di tipo fisiologico accade tutti i giorni, in base al principio di “economia” messo in atto dal nostro metabolismo che esegue in maniera autonoma:

  • Se un muscolo viene messo in esercizio esso aumenterà la massa e la forza, in una situazione completamente opposta lo stesso muscolo viene asciugato.
    Quindi avere un muscolo fermo porterà un lavoro energetico inutile. Se un muscolo compie movimenti chiamiamoli parziali, viene notevolmente penalizzato e atrofizzato sempre per il principio di minor spreco energetico. 

Stress psichici prolungati, traumi emotivi, respirazione scorretta incidono a livello muscolare determinando un aumento dello stato di contrazione che si aggiunge al tono basale preesistente.

Questo costante stato di eccitazione con il passare del tempo crea stati di accorciamento muscolare permanente dette anche retrazioni muscolari

  • Alla luce di quanto detto, una disciplina che mira al bilanciamento fisico dovrebbe considerare anche la componente emotiva dell’individuo: in esse potrebbero risiedere, infatti, le vere cause di un malessere lamentato a livello fisico. 

La relazione tra corpo e mente di cui abbiamo parlato fino ad ora è bidirezionale, ciò che viene in contatto con una parte coinvolge anche l’altra e viceversa, ovvero quello che si vive sul piano prettamente fisico suscita in noi emozioni e reazioni mentali. 

  • Esperimento diretto: Se conoscete qualcuno che sostiene il contrario provate a dargli un pizzicotto, se la sua reazione si manifesterà con una semplice esclamazione Ahi! Avrà ragione lui.
    Mentre se quello che verrà suscitato dal vostro stimolo fisico sarà condito da verbalizzazioni molto colorite, mostrando i sentimenti che quella persona improvvisamente nutre nei vostri confronti, gli avrete appena dimostrato che si sbagliava, ovvero che una certa relazione tra corpo fisico e mente esiste, eccome!
    Altro caso lampante è il rapporto tra lo stato di fame e la collera, è noto che quando si è affamati si è meno accondiscendenti e disposti ad ascoltare, per tale ragione molti affari di lavoro si svolgono durante cene a stomaco pieno. 

Il fatto che il corpo influenza la mente può farci riflettere anche sul fatto che le persone che riteniamo antipatiche, arroganti, dispettose o false, in realtà si comportino così loro malgrado, magari a causa di fattori di cui non ci accorgiamo, non ultime una dieta scorretta, problemi di postura etc.

Per questo la Kinesiologia Sistematica ci insegna a non giudicare, mentre il Pilates aiuterà ad essere più flessibili e tolleranti. 

Il ruolo del pensiero secondo la Kinesiologia

Dal punto di vista fisico-biologico il pensiero in Kinesiologia è considerato un’attività di elaborazione delle informazioni a partire dalle percezioni sensoriali, quindi dell’esperienza vissuta dal soggetto da parte della mente stessa, intesa come attività del cervello. 

Tale attività, riscontrabile attraverso la misurazione dei campi elettrici e magnetici con un comune elettroencefalogramma, unita alla capacità di memorizzazione, determinerebbe in qualche modo la coscienza, la capacità di apprendimento del soggetto a breve, medio e lungo termine, in conseguenza dell’esperienza, di stimoli ambientali e/o interni, e del ragionamento sotto forma di analisi logica e critica degli eventi.

L’elaborazione del pensiero, sarebbe in qualche modo collegata all’attività neurologica, ovvero si esplicherebbe tramite uno scambio di informazioni tra neuroni e reti neuronali, attraverso collegamenti sinaptici e i famosi neurotrasmettitori, i quali esplicitano e fanno da messaggeri tra la parte neuronale ed i recettori. 

  • Il cervello umano è composto da circa 10 miliardi di cellule, chiamate neuroni.

Ogni neurone è formato da un nucleo interno che contiene tutte le informazioni genetiche, da fibre emittenti di informazioni (assoni) e infine da fibre riceventi le informazioni (dendriti).

Al termine dell’assone si trova una struttura che prende il nome di bottone terminale contenente i cosiddetti neurotrasmettitori, ovvero particolari sostanze sintetizzate dal neurone stesso che trasmettono le informazioni tra le cellule nervose. 

Quando l’impulso elettrico arriva nel neurone, i neurotrasmettitori si liberano in uno spazio microscopico, chiamato sinapsi, che sta tra il bottone terminale e la cellula.

Questa liberazione di neurotrasmettitori in questo piccolissimo spazio, attiva altrettanti specifici ricevitori, posti sulla cellula bersaglio a cui segue un avvenimento ben preciso che può essere la secrezione di particolari sostanze stimolanti ed anti-depressive.